A fine giugno, per una decina di giorni, al mattino, affacciandosi alla finestra, si gioca al gioco della meraviglia: a trovare i fiori nuovi rispetto al giorno precedente: si contano quelli dischiusi, i nuovi bocci…
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- Cinque!
- Ma sono solo quelli che si vedono da questa parte…
- Quello si è aperto: bellissimo!
- Guarda: quello di ieri è appassito, ma là un altro boccio!
Durano poco: al massimo due giorni. Enormi, bellissimi. Da qui non si sente il loro profumo (solo gli animali che volano hanno questo privilegio) il quale, come capita per altre specie di grandi alberi, è molto intenso (una volta sono riuscito ad arrivare ad un fiore di magnolia e anche a quello ottimo delle “pannocchie” degli ippocastani). I libri sulle piante riportano in genere i profumi dei fiori delle piante e non quelli dei fiori degli alberi, di cui noi uomini non possiamo godere. La magnolia, è noto a chi è appassionato di alberi, è un genere molto antico, tra i più antichi delle angiosperme. Ed in effetti, quando vedo questi fiori giganti, carnosi, “duri”, quasi finti, ritorno con la fantasia al tempo dei dinosauri: nei libri sui dinosauri si vedono fiori giganti simili. Leggo che i loro impollinatori sono coleotteri: probabilmente, penso io, perché sono gli unici a riuscire a muovere i rigidi stami che portano il polline. Che poi veda anche delle api ronzare intorno a quei fiori e veda nascere una gran quantità di frutti (a lungo compatti e pesanti, simili, per forma e colore, alla scultura bronzea di origine romana collocata oggi nel Cortile della Pigna dei Musei Vaticani), mi fa venire qualche dubbio sulla questione coleotteri, ma mi piace immaginare i coleotteri giganti della preistoria…
Le stagioni che ha visto
Ogni volta che vedo questo grande albero dal mio balcone, mi chiedo quanti anni possa avere. Appartiene all’altro cortile, ma sovrasta il muro di divisione e i suoi quindici metri sono suppergiù gli stessi da quando abito qui, ossia da trent’anni! Quando sarà stata piantata? La casa di fronte, come questa in cui abito, risale intorno al 1855, con sopraelevazione abusiva (poi condonata!) degli anni trenta. La magnolia è un albero introdotto dagli Stati Uniti sudorientali in Europa nel 1786… E’ alta e stretta, sicuramente il diametro della chioma e quello del tronco dimostrano meno dell’età che ha (già di per sé albero di lento accrescimento, non ha potuto crescere come avrebbe voluto (fino a pochi anni fa faceva a gara in altezza con un grande ciliegio poi abbattuto, ucciso)).
Porta ancora, per chi la conosce bene e ha memoria degli eventi accaduti, i segni della grande nevicata a Torino del 1990 (una delle ultime) che ne aveva piegato la punta (lungo la costa degli Stati Uniti sudorientali, sua patria, non nevica mai). Le sue grandi foglie, quando, con apprensione, le vedo diventano secche (ma mi rassereno pensando che anche le specie sempreverdi devono avere un ricambio fogliare) e cadere in cortile, sono inconfondibili. Ma i suoi grossi semi rosso vermiglio (la pigna romana non si ha il potere di trasformarsi in questo incredibile modo) da chi vengono mangiati? Gli Pterosauri non esistono più… Albero dei misteri, l’austera ed elegante magnolia.